Amicizia al tempo di internet
|Qualche anno fa, credo sia stato il 2004, il bellissimo spot pubblicitario di una nota compagnia telefonica italiana recitava ‘se avesse potuto comunicare così, oggi che mondo sarebbe?’ e mostrava un Ghandi che parla alle masse tramite i mezzi di comunicazione di cui disponiamo al giorno d’oggi: computer connessi ad internet, telefoni cellulari, webcam, schermi giganti.
Indubbiamente i mezzi di comunicazione che utilizziamo oggi favoriscono lo scambio culturale tra persone distanti migliaia di chilometri, con storie e culture diverse…
Nel campo della telefonia fissa, l’avvento delle tariffe ‘flat’, quelle che consentono di effettuare telefonate urbane ed interurbane senza preoccuparsi del costo, ha fatto tornare ai bei tempi: quelli antecedenti alla T.U.T., la Tariffa Urbana a Tempo.
Ricordate quando da casa si telefonava, all’interno del proprio distretto telefonico, per ore all’amico del cuore o al compagno di scuola?
E quante speranze appese al mitico, e magari unico, gettone telefonico inserito nella cabina pubblica, l’unica trovata libera dopo ore di lungo vagare mentre fuori pioveva, per telefonare alla ‘bella’ di turno?
La telefonia cellulare, poi, ci ha permesso di essere sempre reperibili, di dialogare in piena libertà con amici e parenti mentre magari siamo su un treno che ci riporta a casa.
Ciò che era possibile qualche anno fa per pochi, i radioamatori che con i loro apparati radio si collegavano da ogni parte del mondo, è oggi alla portata di tutti tramite la rete internet che ha aperto una vera e propria ‘finestra sul mondo’.
La tecnologia Wi-Fi peraltro ci sta ‘coccolando’ facendoci apprezzare ancora di più i computer notebook dandoci la possibilità di stare comodamente sul divano di casa, nelle belle giornate, in giardino o veranda che sia, comunicando liberamente attraverso la rete.
Da quando ci hanno dato gli strumenti che ci permettono di comunicare su internet, abbiamo apprezzato ‘luoghi virtuali’ come i forum di discussione e le chat, ultimi fra tutti, i social network che ci permettono anche di rimanere in contatto con gli amici o di riprendere i rapporti con persone che i mille rivoli della vita hanno portato lontano da noi.
Tutte cose estremamente belle, funzionali e – senza dubbio alcuno – meritatamente pregevoli… ma noi?
Credo che, delle volte, non si meritano le tecnologie che l’ingegno umano ci ha messo a disposizione per comunicare.
Forse tra SMS, social network, telefoni cellulari, l’uomo sta tornando indietro a causa, sicuramente, di una vita frenetica ma anche per l’indifferenza crescente che caratterizza grandi parti della nostra società.
Spieghiamo meglio cosa vogliamo dire tramite l’uso di qualche domanda volutamente provocatoria.
Quante persone, anche amici intimi, abbiamo tra i nominativi presenti nella nostra rubrica telefonica?
Quanti sono quelli che abbiamo autorizzato ad essere presenti nella lista dei contatti del social network che usiamo e che annoveriamo come ‘amici’?
Per molti di noi sono numeri a tre o quattro cifre e di questo siamo lusingati ma quanti di questi pensano, di tanto in tanto, di farci una telefonata o di contattarci non appena siamo online?
Ed ancora, quante persone hanno ‘perso l’abitudine‘, ed anche l’educazione, di richiamare quando vedono una o più chiamate senza risposta provenienti dal nostro numero di telefono?
Sarà mica tutta colpa degli impegni lavorativi di ogni giorno o del vivere, magari, una realtà nella quale abbiamo perso forse un po’ della dimensione umana… quella vera?
Con questo non vogliamo asserire che internet o i servizi che ci mette a disposizione, siano il ‘diavolo’, no di certo anzi, siamo pienamente convinti che la rete sia una delle più alte scoperte dell’uomo in termini culturali e tecnologici.
Tutto sommato proprio chi vi scrive ha trovato, tramite internet, delle persone fantastiche, alcune delle quali nel tempo sono divenuti amici veri.
Proprio strano sapere che in qualche parte del mondo, a distanze notevoli, vi siano delle persone con interessi e modi di vedere la vita comuni a noi.
Ma poi, tanto strano non è.
Di sicuro internet è lo specchio della società, quella odierna.
Uno specchio a tratti molto calzante, uno specchio che, anche se tutti siamo nascosti dietro un monitor, mette a nudo le virtù, i vizi e le ipocrisie.
In parte puoi avere ragione, in parte no.
Ciao, vero oggi la comunicazione globale non ha confini e i tempi sono ridottisimi. Ormai la troppa comodità ci porta a dar meno peso al valore della calma e della lentezza.
La società non sa dove specchiarsi. Perchè è vero che la società cambia, e si adegua all’aggressività del tempo che passa e delle mode che si rivoluzionano, ma non esiste chiaro e nitido specchio che possa far vedere com’è la società oggi. Possiamo solo intravederne una lontana sfumatura
caro antonio!
se ghandi avesse avuto gli attuali strumenti di comunicazione non sarebbe cambiato nulla e, viva iddio che c’è ancora qualcuno che non richiama quando trova una chiamata persa! sono provocazioni, ma solo fino ad un certo punto.
concordo completamente sulla tesi di partenza secondo cui le nuove tecnologie consentono non solo di manifestare, ma anche di diffondere capillarmente il pensiero. ed è altrettanto vero che non ne sfruttiamo sino in fondo le potenzialità.
mi sembra, però che si tratti di un paradosso solo apparente e le conclusioni cui mi ha fatto giungere questa tua significativa riflessione sono diverse dalle tue. te ne devo, a questo punto, le ragioni.
partendo dal profilo, a mio avviso meno significativo, non possiamo non tener conto che lo sviluppo tecnologico ha investito anche altri settori e soprattutto quello dell’intrattenimento e dell’home office. così trascorriamo, ogni giorno, tempi non insignificanti davanti alla televisione on demand o ai dvd, al computer (qui non necessariamente inteso come strumento di comunicazione), ai videogiochi. questo riduce in modo importante il tempo da dedicare alle comunicazioni interpersonali. ciò nonostante comunichiamo ogni giorno di più. non lo sto affermando io, ma i dati statistici: le telefonate sono sempre più numerose e lunghe, il numero delle mail è aumentato in modo sconsiderato ed è inutile parlare degli sms…
come strumento di indagine di queste considerazioni torna utile il principio secondo cui all’aumentare spropositato della curva dell’offerta non può corrispondere un aumento proporzionale della richiesta.
in un primo momento, la storia dell’economia ci insegna che si cerca di colmare ad ogni costo il gap tra domanda e offerta, anche ricorrendo ad un consumo inutile, se non addirittura causando una distorsione dei fenomeni, con conseguente fenomeno bulimico (in questo caso, comunicativo). ogni comunicazione telefonica – ma è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare – ha un “preludio” sulla qualità dell’audio che stiamo ricevendo che quasi mai ci soddisfa appieno. a pensarci bene è assolutamente inutile, ma non sempre si esaurisce in pochi scambi ed anzi, spesso assorbe una parte importante della conversazione. questo dovrebbe condurci ad una ulteriore riflessione non tanto sugli strumenti, ma sulla comunicazione in sè – intesa, cioè, quale contenuto e non quale contenente – e sulla sua “qualità”. se guardiamo al passato, non può sfuggirci che parlavamo molto meno – a distanza almeno – ma comunicavamo di più.
in altri termini, capovolgendo il problema non c’è, a mio avviso, una mancanza di comunicazione, ma un eccesso con inevitabili sfridi di inutilità.
e c’è di più.
attratti infatti dalle tecnologie riduciamo sempre di più il tempo che dedichiamo alle comunicazioni dirette quelle che cioè ci consentono di guardare negli occhi il nostro interlocutore, senza l’ausilio di una cam (!). i contatti interpersonali – intesi appunto nell’accezione classica del termine – diventano sempre più rari e, di conseguenza, sempre meno collegati. è questa la ragione della solitudine diffusa che assale questa (nostra?) generazione e che, confusamente, cerchiamo di curare con la ricerca di contatti digitali che non diverranno mai reali. quante delle persone con cui comunichiamo a distanza abbiamo mai visto? quante di queste sappiamo veramente chi sono? torno su un argomento a me caro: l’informatica è sempre il mezzo, mai il fine che traslato al nostro caso vuol dire che può essere utile ad un approccio o ad uno scambio, ma non potrà mai sostituire il tatto, gli odori, la percezione delle emozioni che solo un contatto senza intermediari consente.
ti abbraccio,
paolo
antooooooo…
il titolo dice tutto!amicizia al tempo di internet!
Esiste, è bella e spesso diventa forte e sincera!
cmq devo impegnarmi a leggere di +quello ke pubblichi 🙂
un grosso bacione …
PS: t voglio bene !!!e nn un poco 😛
ma ke bravoooooo il nostro totò…..cmq bello teso..complimenti!!!! baciiii tvb….
Amicizia nel web? Io credo che sia solo un metodo per dimenticare la vita di tutti i giorni… io ho aperto il mio blog per far conoscere a tutti, quello che succede nel mondo… per questo credo che se da una parte internet è molto utile, da una parte fa rinchiudere molte persone in una specie di guscio protettivo…
Confermo quello che scrivi!!
circa 2 anni fa aprii un blog per avere uno spazio nella rete dove poter scambiare opinioni o commenti con i miei amici. Da allora ho conosciuto persone che non avrei mai neppure immaginato di poter incontrare e con loro scambio opinioni e preziosi commenti di vita!!!
I miei “amici” non lo sanno che ho un blog. Loro sono molto impegnati e non hanno tempo per queste cosette.
ahhh l’ho scritto, mi sento meglio, grazie 🙂
Qui a Torino c’è uno splendido sole oggi. C’è quasi un’aria di pre-primavera!!!! Nonostante il freddo pungente il profumino di qualcosa di nuovo anzi di antico si sente chiaramente!
Luigi