Segni di interpunzione

Punteggiatura – Segni di interpunzione

Cos’è la punteggiatura, quali sono i segni di interpunzione nella grammatica italiana, come e quando si usano… Ecco un approfondimento di grammatica italiana volto a conoscere tali simboli grafici, la loro funzione e il loro uso tramite regole ed esempi esplicativi.

In italiano la punteggiatura o i segni di interpunzione sono quei segnali grafici che, nel discorso scritto, indicano le pause e danno un senso logico ed espressivo; a tal fine si riconoscono: virgola, punto e virgola, due punti, punto o punto fermo, punto interrogativo, punto esclamativo, puntini sospensivi, virgolette, trattini o tratti, parentesi tonde o quadre…

Virgola

Il nome di virgola deriva dalla lingua latina, precisamente da virgula che significa ‘bastoncino’; essa indica una pausa breve e si usa nei seguenti casi:

  1. quando vengono elencati dei nomi – (esempio: in casa c’erano il papà, la mamma, i due figli);
  2. davanti alle congiunzioni avversative: ma, però, anzi, invece – (esempio: Elena è andata a scuola, ma non si sentiva bene);
  3. prima e dopo il vocativo – (esempio: ascolta, Laura, non andare al mare);
  4. per isolare gli elementi della frase o del periodo che possono essere staccati dalla frase, senza cambiarne il significato – (esempio: Marco, presa la valigia, si recò alla stazione);
  5. tra una proposizione reggente e una subordinata introdotta dalle congiunzioni: perché, affinché, quando, sebbene, che (con valore consecutivo), se (con valore condizionale) – (esempio: vengo domani, perché oggi non posso – arriverò fra due mesi, quando la scuola sarà finita);
  6. dopo gli avverbi: sì, no, appunto – (esempio: no, non ci si può vedere stasera);
  7. prima di una proposizione relativa quando il pronome relativo non è così legato al suo nome da formare con esso un’unica e inscindibile espressione – (esempio: il mare di Calabra, che è molto bello, è fra i mari più belli). Non si metterà la virgola prima del pronome relativo in una frase così composta: ho valutato bene le cose che mi hai riferito.

Quando non si usa mai la virgola:

  1. tra soggetto e complemento, tra nome ed aggettivo, tra predicato e complemento – (esempio: il ragazzo mangia la mela);
  2. davanti alle congiunzioni e, o, né, se esse legano elementi dello stesso tipo – (esempio: Nè fiori nè dolci furono offerti al convegno – prima o poi ti convincerai).

 

Punto e virgola

Il punto e virgola indica una pausa maggiore rispetto alla virgola; si usa per separare proposizioni, periodi, dello stesso pensiero.
Esempio: le amiche vanno a fare una passeggiata; discutono sul da farsi l’indomani.

 

Due punti

I due punti indicano una pausa forte. Essi si usano:

  1. dopo i verbi dire, rispondere od anche per introdurre il discorso di un altro – (esempio: la mamma disse: Laura vai a comprare il latte);
  2. prima di elencare qualcosa – (esempio: ho comprato: pane, pasta, zucchero, gelato);
  3. prima di quelle parole usate per specificare ciò che è stato detto prima – (esempio: la mamma non era tranquilla: aveva visto la figlia allontanarsi con un tipo poco raccomandabile).

 

Punto o punto fermo

Il punto, anche chiamato punto fermo, si usa quando si ha l’esigenza di inserire una pausa lunga e concludere una frase o un periodo – (esempio: Rosa è andata al mare.).

 

Punto interrogativo

Il punto interrogativo (?) indica, come lo dice il nome stesso, una interrogazione diretta –  (esempio: mi vuoi bene?).

 

Punto esclamativo

Il punto esclamativo (!) indica dolore, sorpresa, gioia – (esempio: ahi! – davvero! – meraviglia!).

 

Puntini sospensivi

Quando si usano i puntini sospensivi vuol dire che la frase non è ancora finita – (esempio: ti chiedo se vuoi venire al cinema perché…). La parola che segue i puntini sospensivi, nell’ordine di tre punti, si può scrivere con la lettera maiuscola od anche minuscola.

 

Virgolette

Le virgolette (“) si usano dopo i due punti (:) per introdurre frasi altrui – (esempio: Lucia disse a Luca: “domani verrò”).

 

Trattini

I trattini, anche detti tratti di linea, (-)si usano al posto delle virgole o per delimitare un inciso in luogo delle parentesi tonde – (esempio: Marco disse a Daniela: – mi vuoi sposare? – ed anche: i bambini – lo sappiamo – sono vivaci).

 

Parentesi tonde e parentesi quadre

Il nome di parentesi deriva dal greco paenthesis ovvero: ciò che è stato interposto. Esse si usano per racchiudere una frase incidentale che non ha nulla a che vedere con il resto del periodo – (esempio: Luca (non era ancora Natale) preparò l’albero ed il presepe).

 

Segni di interpunzioneultima modifica: 2011-02-20T18:55:00+01:00da overflow975
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