Monosillabi accentati

Perché si parla di monosillabi accentati?

[cat] grammatica italianaIn italiano spesso si parla di monosillabi accentati, nella grammatica italiana per la precisione. Tanti errori grammaticali, errori d’italiano, vengono commessi proprio per questi monosillabi. Non si conosce quale accentare e quale no, se ne confonde il modo di scriverli.

Monosillabi accentati o monosillabi non accentati, questo il problema quindi. Sì ed infatti lo è per molti che o per fretta, dimenticanza, errore vero e proprio, confondono quanto ci dice, quanto ci impone la grammatica italiana. Per fare chiarezza quindi vediamo cosa ci impongono le regole grammaticali su questo argomento, per i più, spinoso…

L’accento.

Innanzitutto, prima di addentrarci nel discorso sui monosillabi accentati, ci sembra doveroso e logico dare la definizione di accento. L’accento è il simbolo grafico che viene posto su una vocale che identifica la pronuncia qualora essa venga doverosamente rafforzata. Laddove vi è una parola che presenta quindi un accento su una delle sillabe che la compongono, là (ecco l’accento) vi è un rafforzamento vocale nel pronunciarla.

Perché avere monosillabi accentati?

In italiano vi è una miriade di monosillabi come è facile intuire però il perché alcuni vadano accentati ed altri no ha una precisa spiegazione. Infatti l’accento non è un qualcosa che va posto casualmente o perché fa bello! L’accento, come abbiamo già detto dandone una nostra definizione, serve ad un qualcosa specifico. Ovviamente, da quanto si può bene intuire, i monosillabi accentati sono una minima parte perché i molti non hanno bisogno di accento per le motivazioni a seguire.

Il motivo del fatto che vi sono alcuni monosillabi da accentare è il doverli distinguere, per scrittura e per lettura, dagli stessi non accentati. Per fare un esempio molto esplicativo: dà e da. Il primo è un monosillabo accentato che risulta essere voce del verbo dare, il secondo è un monosillabo non accentato che è una preposizione. Da questo esempio si capisce benissimo quale sia l’importanza dell’accento: il senso del monosillabo cambia a seconda che riporti l’accento o che ne sia privo.

Alcuni monosillabi non hanno bisogno di accento perché non devono distinguersi da corrispettivi accentati, altri non ne hanno bisogno perché la loro pronuncia è univoca. Per spiegare questo secondo caso possiamo citare una sorta di filastrocca: su qui e su qua l’accento non va.

Qui. Qua.

No, non stiamo citando due dei tre famosi pronipoti di zio paperone ma siamo sempre nella grammatica italiana. Dicevamo infatti che su qui e su qua l’accento non va e, anche se a riguardo si commettono errori, anzi, orrori di grammatica, questi non vanno mai accentati. La motivazione ricade nel secondo caso al paragrafo precedente e cioè quella per cui essi non hanno bisogno di venire accentati perché la pronuncia è univoca.

Monosillabi accentati. Monosillabi non accentati. I più comuni.

Di seguito pubblichiamo la lista dei più comuni monosillabi accentati e dei corrispettivi non accentati. Daremo quindi una spiegazione per entrambi i casi ed anche degli esempi a riguardo.

Dà – Da, Dì – Di, È – E, Là – La, Lì – Li, Né – Ne, Sé – Se, Sì – Si, Tè – Te. Non è una filastrocca! Questi i monosillabi accentati e non che ci vengono in mente. Ora diamo i diversi significati e qualche esempio.

Un esempio al giorno…

Dà – Da.

Il primo è voce del verbo dare. Esempio: Luca dà a Paolo la penna. Il secondo è la preposizione. Esempio: Sono venuto da Roma.

Dì – Di.

Il primo è il dì e cioè la pare di tempo che insieme alla notte forma il giorno. Esempio: Buondì, usciamo fra poco. Il secondo è la preposizione. Esempio: Questo giocattolo è di Paolo.

È – E.

E su questi due abbiamo gli errori veramente colossali!!! Il primo è voce del verbo essere. Esempio: Il giocattolo è di Paolo. Il seondo è la congiunzione. Esempio: Paolo e Luca sono andati a Roma.

Là – La.

Il primo è avverbio. Esempio: Là vedrai cose mai viste (come gli errori per i monosillabi accentati e non eheh). Il secondo è articolo. Esempio: La mamma e la zia vanno a fare la spesa.

Lì – Li.

Il primo è avverbio. Esempio: Lì vedrai cose mai viste (come gli errori per i monosillabi accentati e non, ribadiamo!). Il secondo è pronome. Esempio: Oggi li ascolto con molto piacere.

Né – Ne.

Il primo è una congiunzione. Esempio: Né Luca né Paolo andarono a Roma. Il secondo è un pronome. Esempio: Vuoi una caramella? No, ne voglio due.

Sé – Se.

Il primo è un pronome. Esempio: Un egoista? Pensa a sé!. Il secondo è una congiunzione. Esempio: Se io se lei avessimo buonsenso non discuteremmo.

Sì – Si.

Anche qui si spalanca un mondo di errori… forse “mondo” è anche riduttivo. Ora vediamo il perché. Il primo è un avverbio, la classica affermazione. Esempio: Vuoi qualcosa da bere? Sì, dell’acqua. Il secondo è un pronome. Esempio: Com’è quell’albergo? Lì si sta molto bene. Dicevamo che con questi due monosillabi si spalanca un mondo di errori e dire mondo è dire poco perché ogni volta che affermiamo qualcosa, dando il contrario del “no” per capirci, si commette un errore. Infatti in moltissimi non scrivono il “sì” affermativo con l’accento!

Tè – Te.

Il primo è il monosillabo che identifica la bevanda delle 17, come sono soliti gli inglesi. Esempio: vuoi del tè?. Il secondo è un pronome. Esempio: Io e te siamo amici.

Importanza dell’accento.

Da questi piccoli esempi si capisce quanto sia importante dare il giusto peso all’accento per quanto attiene i monosillabi. Abbiamo detto accento e non apostrofo, quella è un’altra storia!!!

 

Monosillabi accentatiultima modifica: 2017-04-02T18:32:09+02:00da overflow975
Reposta per primo quest’articolo
Share